Associazione Letteraria Giovanni Boccaccio
Premio Boccaccio 2019: il 13 settembre a Certaldo con la proiezione del film “Chiamami col tuo nome”
CULTURA – “Boccaccio era interessato alla straordinaria varietà di personaggi,vicende, ambienti e dati di cronaca contemporanea tanto da rappresentare con la sua arte un mondo concreto e reale. Se fosse vissuto oggi, molto probabilmente si sarebbe dedicato al cinema, ecco perché la giuria ha voluto premiare Aciman e il 13 settembre proiettiamo il film Chiamami col tuo nome tratto dal romanzo dello scrittore statunitense”.
E’ con queste parole che Simona Dei, presidente dell’Associazione letteraria Giovanni Boccaccio, annuncia nel dettaglio il primo degli appuntamenti messi in pista per festeggiare i vincitori della XXXVIII edizione del Premio Letterario Giovanni Boccaccio 2019: Luigi Guarnieri, Andrè Aciman e Barbara Stefanelli, che riceveranno il prestigioso riconoscimento sabato 14 settembre (ore 16.30) a Certaldo.
Venerdì 13 settembre, alle ore 21, al Cinema Teatro Boccaccio di Certaldo, dunque, la due giorni di eventi si apre con la proiezione di Chiamami col tuo nome, film diretto nel 2017 da Luca Guadagnino e tratto dall’omonimo romanzo di Aciman.
Per questo film il regista e sceneggiatore James Ivory ha vinto il Premio Oscar alla migliore sceneggiatura non originale nel 2018. Il film sarà introdotto da Walter Fasano, che ne ha curato il montaggio e che da anni collabora con Guadagnino, e dal critico cinematografico Gabriele Rizza. Chiamami col tuo nome è il terzo e ultimo film della "trilogia del desiderio" di Guadagnino, dopo Io sono l’amore (2009) e A Bigger Splash (2015). Ambientato nel Nord Italia nel 1983, il film racconta la storia d'amore tra Elio (Timothée Chalamet), un diciassettenne residente in Italia, e lo studente americano Oliver (Armie Hammer). Fanno parte del cast anche Michael Stuhlbarg, Amira Casar, Esther Garrel e Victoire Du Bois.
“È un privilegio per il Premio Boccaccio premiare André Aciman, scrittore finissimo, che riassume nella sua storia personale la ricca e profonda multiculturalità che lega il Mediterraneo, la cultura ebraica, egiziana, italiana, agli intrecci culturali degli Stati Uniti - ha commentato Antonella Cilento, membro della Giuria presieduta da Sergio Zavoli, vincitrice del Premio Boccaccio per la Narrativa italiana nel 2014 -. Chiamami col tuo nome è un romanzo di rara finezza e delicatezza, che risuona nel pubblico italiano anche per la vicinanza di temi e sviluppo con un autore molto amato come Pier Vittorio Tondelli, ma richiama alla memoria la grande letteratura europea di Isherwood. Il film che Luca Guadagnino ne ha tratto è uno dei più eleganti e riusciti della filmografia italiana di anni recenti e ha la grande forza della sceneggiatura di un genio dell'eleganza come James Ivory. Il tributo ad Aciman alimenta la vocazione multi artistica del Premio Boccaccio e il rapporto a volte fecondo, come in questo caso, fra letteratura e cinema”.
Si ricorda che per partecipare alla Cerimonia di premiazione (regia a cura di Gabriele Gatti) occorre prenotarsi inviando un’email all’indirizzo di posta elettronica Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. oppure andando sul sito internet www.premioletterarioboccaccio.it.
Certaldo, lì 12 Settembre 2019
Associazione Letteraria Giovanni Boccaccio
Premio Boccaccio 2019: tutte le iniziative del 13 e del 14 settembre
Attesi a Certaldo i vincitori Luigi Guarnieri, André Aciman e Barbara Stefanelli
CULTURA – Due giorni di iniziative in grande stile il 13 e il 14 settembre prossimi per festeggiare i vincitori della XXXVIII edizione del Premio Letterario Giovanni Boccaccio 2019: Luigi Guarnieri, Andrè Aciman e Barbara Stefanelli, tutti e tre a Certaldo per ricevere il prestigioso riconoscimento, che da 38 anni viene assegnato puntualmente alle migliori eccellenze della letteratura italiana, della narrativa straniera e del giornalismo.
Si comincia, dunque, venerdì 13 settembre, alle ore 21.00, al Cinema Teatro Boccaccio di Certaldo, con la proiezione del film Chiamami col tuo nome diretto nel 2017 da Luca Guadagnino e tratto dall’omomimo romanzo di Aciman. Per questo film il regista e sceneggiatore James Ivory ha vinto il Premio Oscar alla migliore sceneggiatura non originale nel 2018. Introdurrà il film Walter Fasano, che ne ha curato il montaggio e che da anni collabora con Guadagnino, e il critico cinematografico Gabriele Rizza. È il terzo e ultimo film della "trilogia del desiderio" di Guadagnino, dopo Io sono l’amore (2009) e A Bigger Splash (2015). Ambientato nel Nord Italia nel 1983, il film racconta la storia d'amore tra Elio (Timothée Chalamet), un diciassettenne residente in Italia, e lo studente americano Oliver (Armie Hammer). Fanno parte del cast anche Michael Stuhlbarg, Amira Casar, Esther Garrel e Victoire Du Bois.
Sabato 14 settembre, alle 10.30, nel parterre di Palazzo Pretorio, sempre a Certaldo, si terrà l’incontro “Un filo rosso che parte da Boccaccio e arriva sino a Foscolo e Leopardi”, al quale interverranno il vincitore del premio per la narrativa italiana Luigi Guarnieri, il poeta Davide Rondoni e la scrittrice e membro della giuria Marta Morazzoni. All’incontro, moderato dalla giornalista Maria Antonietta Cruciata, sono stati invitati gli studenti che hanno partecipato alla settima edizione del concorso letterario nazionale “Boccaccio Giovani”(dedicata per l’anno scolastico 2018-2019 a “Il potere della musica nel descrivere la vita, da Giovanni Boccaccio a voi”), la cui cerimonia di premiazione è in programma sabato 12 ottobre 2019, alle 10.30, nel salone dei Cinquecento, in Palazzo Vecchio a Firenze, e che avrà come ospite d’onore e testimonial Mogol, autore, scrittore, fondatore del Centro Europeo di Toscolano, Scuola per i giovani autori, compositori, arrangiatori.
Nel pomeriggio - sempre di sabato 14 settembre - alle 16.30, al Teatro Boccaccio di Certaldo, con il patrocinio del Consiglio Regionale della Toscana e del Comune di Certaldo, si terrà la cerimonia di premiazione della 38esima edizione del Premio Boccaccio 2019, alla presenza della giuria (presieduta da Sergio Zavoli e rappresentata da Agnese Pini, Paolo Ermini, Stefano Folli, Antonella Cilento, Marta Morazzoni e Luigi Testaferrata). La conduzione dell’evento sarà affidata come lo scorso anno alla giornalista Rai Adriana Pannitteri. L’attrice Lucia Poli interpreterà alcuni brani delle opere dei vincitori. Accompagnamento musicale di Marco Turriziani (chitarra), Mauro De Vita (fagotto), Salvatore Zambataro (clarinetto/fisarmonica).
Per partecipare alla Cerimonia di premiazione occorre prenotarsi inviando un’email all’indirizzo di posta elettronica Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. oppure andando sul sito internet www.premioletterarioboccaccio.it.
La due giorni del Premio Boccaccio, promosse e organizzate dall’Associazione letteraria Giovanni Boccaccio presieduta da Simona Dei, è resa possibile grazie alla collaborazione e alla disponibilità del Comune di Certaldo, agli sponsor (Banca Cambiano 1884 spa, Banca Intesa, Medionalum, UBI Banca Firenze, Confindustria Firenze, Rotary Club Valdelsa-Distretto 2071), e ai numerosi Amici del Boccaccio, fedeli sostenitori del Premio.
Certaldo, lì 08 Settembre 2019
Associazione Letteraria Giovanni Boccaccio
Premio Boccaccio 2019, Guarnieri “La mia prossima sfida: un esploratore artico della metà dell’Ottocento e una storia contemporanea”
CULTURA - Vincitore della XXXVIII edizione del Premio Letterario Giovanni Boccaccio 2019 per la sezione narrativa italiana, Luigi Guarnieri sarà a Certaldo (al Teatro Boccaccio, ore 16.30) il prossimo 14 settembre per la consegna del prestigioso riconoscimento nel corso di una cerimonia che prevede molti ospiti autorevoli a partire dagli stessi componenti della giuria presieduta da Sergio Zavoli, insieme a André Aciman e a Barbara Stefanelli, vincitori delle sezioni “Narrativa straniera” e “Giornalismo”. La manifestazione sarà condotta dalla giornalista Rai Adriana Pannitteri e prevede la straordinaria partecipazione dell’attrice Lucia Poli.
Guarnieri, laureato in lettere classiche all'Università di Pisa, diplomato al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, ha scritto testi teatrali e radiofonici (Blu notte, in collaborazione con Melania Mazzucco, sua compagna di vita) ed è autore di romanzi, tradotti in numerosi Paesi.
L'esordio letterario avviene con L'Atlante criminale - Vita scriteriata di Cesare Lombroso (Mondadori 2000, Premio Bagutta Opera Prima e Premio Procida-Isola di Arturo-Elsa Morante) che racconta le vicende biografiche del noto antropologo criminale. Seguono: Tenebre sul Congo (Mondadori 2001) romanzo imperniato su figure quali Joseph Conrad ed esploratori e avventurieri come Emin Pascià, il generale Gordon, Romolo Gessi e Gaetano Casati. La doppia vita di Vermeer (Mondadori 2004, Premio Selezione Campiello), La sposa ebrea (Rizzoli 2006, Premio nazionale letterario Pisa, Premio Rhegium Julii). Con I sentieri del cielo (Rizzoli 2008, Guarnieri consegue il Premio Grinzane Cavour) è il racconto della repressione del brigantaggio in Calabria a opera dell'esercito piemontese all'indomani dell'Unità d'Italia. Anche nei successivi romanzi di Guarnieri appaiono figure storiche divergenti e singolari: Una strana storia d'amore (Rizzoli 2010) indaga i legami artistici e sentimentali di un grande trio di musicisti romantici ottocenteschi: Johannes Brahms, Robert Schumann e Clara Wieck. I titoli più recenti sono: Il sosia di Hitler e Forsennatamente Mr. Foscolo.
Guarnieri e il Boccaccio: vicinanza poetica o un incontro inedito grazie al Premio vinto?
Mi dispiace dover dire che Boccaccio non è proprio un mio cavallo di battaglia, ma in onore del Premio mi riprometto quantomeno di rileggere al più presto il Decamerone (ripreso in mano l'ultima volta all'università, quindi ahimè parecchi anni or sono). In compenso Boccaccio è sempre stato, assieme a Dante e Petrarca, uno degli autori prediletti di Ugo Foscolo, che gli ha dedicato - proprio negli anni dell'esilio londinese - scritti di enorme importanza che a distanza di secoli nulla hanno perso della loro profondità e precisione.
La sua opera letteraria è tutta intrisa di Storia. Sono storici e realmente esistiti molti personaggi dei suoi libri. Qual è il suo rapporto con la Storia?
La Storia è un grande racconto, anzi per forza di cose il più grande, pieno di personaggi eccezionali che rivaleggiano con le creazioni dei grandi scrittori. In effetti nei miei libri ho spesso saccheggiato biblioteche e archivi nel tentativo di ridare voce a qualcuna di queste figure, spesso rimosse o dimenticate - come il famigerato psichiatra Cesare Lombroso, gli esploratori africani Romolo Gessi, Gaetano Casati ed Emin Pascià o il falsario olandese Han Van Meegeren. Sempre con l'intento di rileggere i fatti da un'ottica nuova e arrivare a una verità 'poetica' superando le versioni consolidate ma spesso parziali se non false, e servendomi dello sfondo storico come di un grande specchio nel quale riflettere le inquietudini dei nostri tempi. Narrare la Storia per me significa mettere a nudo gli ingranaggi di un meccanismo opprimente, a volte infernale, che ha sempre un impatto deformante sulla vita di tutti; esplorarne gli aspetti rimossi, sepolti, invisibili; e soprattutto demistificare, o comunque mettere in discussione, la versione ufficiale degli eventi che scelgo di narrare, mettendone in dubbio la verità ingannevole.
Come nasce l’opera Forsennatamente Mr. Foscolo? Che cosa l’ha colpita maggiormente della complessa personalità del poeta?
Come viene raccontato alla fine del libro, il mio incontro con Foscolo è stato assolutamente casuale: visitando uno dei tanti cimiteri londinesi, Chiswick, mi sono imbattuto nella sua tomba (o meglio, nel suo mausoleo, perché le spoglie del poeta sono state trasferite nell'Ottocento a Santa Croce). All'epoca non ricordavo affatto che Foscolo fosse morto a Londra: questa scoperta inaspettata ha così messo in moto la voglia e il desiderio di saperne di più, e sono partito con l'usuale attività di ricerca che tanto mi appassiona e mi diverte quando scrivo un libro. Il personaggio Foscolo, poi, si è rivelato d'eccezione; contraddittorio e camaleontico al massimo grado, di lui mi ha colpito tutto e il contrario di tutto: l'orgoglio e la sventatezza, l'intelligenza e l'ingenuità, il coraggio e la dissipazione... Una vera scoperta. Un indomabile 'forsennato' lontanissimo dall'immagine polverosa e impagliata che a volte i nostri manuali scolastici, chissà perché, insistono a propinarci.
La sua attività spazia dal teatro alla radio ai romanzi: è il piacere della sperimentazione che guida l’artista?
Devo dire che il teatro l'ho frequentato poco, in gioventù, e in realtà ho scritto un solo testo, su Giovanni Pascoli, che però è stato molto fortunato e rappresentato nei principali teatri italiani. Anche la radio l'ho frequentata solo in gioventù, e in buona parte - ammetto volentieri - per esigenze alimentari, anche se ho un ricordo piacevolissimo dei radiodrammi scritti per la Rai, che mi sono serviti fra le altre cose come utile palestra di narrazione.
Opere e progetti nel cassetto
Ho due progetti: uno sulla vita di un esploratore polare (zona: artico canadese) alla metà dell'Ottocento e, al contrario, una storia totalmente contemporanea. Per me quest'ultima è una sfida colossale, perché sarebbe la prima volta che ne scrivo una. Ne sarò capace? Sarei anche tentato di usare uno pseudonimo...
Certaldo, lì 04 Settembre 2019
Associazione Letteraria Giovanni Boccaccio
Premio Boccaccio 2019: André Aciman anticipa Cercami, il seguito del libro che ha ispirato il film di Luca Guadagnino
Il sequel narrativo di “Chiamami col tuo nome” sarà in libreria il prossimo ottobre.
CULTURA - Vincitore della XXXVIII edizione del Premio Letterario Giovanni Boccaccio 2019 per la sezione letteratura internazionale, André Aciman parla di sé con la consueta limpidezza di pensiero di chi ha visto tanto, viaggiato molto, studiato le culture più disparate e rincorso i propri sogni credendoli sempre possibili. Nato ad Alessandria d’Egitto, il 2 gennaio 1951, in una famiglia ebraico-sefardita di origini turche, André Aciman è cresciuto nell'atmosfera cosmopolita della sua città natale sempre attratto da lingue e culture molto diverse tra loro. Di madrelingua francese, comprende e parla anche altre lingue (italiano, greco, arabo e il ladino: il dialetto spagnolo parlato dagli ebrei sefarditi). Insieme alla sua famiglia si trasferisce a Roma nel 1965, per sfuggire alle persecuzioni degli ebrei promosse dal presidente Nasser. Nel 1969 la sua famiglia si trasferisce di nuovo, stavolta a New York, dove André frenquenta il Lehman College, laureandosi nel 1973. Oggi insegna letteratura comparata alla City University di New York e vive con la famiglia a Manhattan. Ed è qui che lo abbiamo raggiunto per una breve intervista affidata ai social, in attesa di incontrarlo a Certaldo il prossimo 14 settembre quando gli sarà consegnato il Premio Boccaccio 2019, nel corso di una cerimonia che prevede molti ospiti autorevoli a partire dagli stessi componenti della giuria presieduta da Sergio Zavoli, insieme a Luigi Guarnieri e a Barbara Stefanelli, vincitori delle sezioni “Narrativa italiana” e “Giornalismo”.
In realtà, avremo modo di incontrarlo la sera precedente, il 13 settembre, al Cinema multisala Boccaccio di Certaldo, dove sarà proiettato il film pluripremiato Chiamami col tuo nome diretto da Luca Guadagnino nel 2017 e tratto dall’omomimo romanzo di Aciman. Per questo film il regista e sceneggiatore James Ivory ha vinto il Premio Oscar alla migliore sceneggiatura non originale nel 2018.
Ambientato in una calda Estate della metà degli anni Ottanta sullo sfondo della riviera ligure, il romanzo è il racconto struggente del rapporto di amicizia e amore che nasce tra due ragazzi, Elio, diciassettenne italiano, e Oliver, ventiquattrenne statunitense. Mentre la sorte del sequel cinematografico rimane avvolta nel mistero, André Aciman pubblicherà il seguito del libro che ha ispirato il film di Luca Guadagnino il prossimo ottobre.
Si aspettava il grande successo del suo romanzo di esordio Chiamami col tuo nome?
Per nulla. Sono stato, e continuo a essere ancora oggi, sempre stupito, e anche incuriosito, del fenomeno di Chiamami col tuo nome. Come mai e perché così tanto successo? E tutta questa gente che mi scrive, che piange. Ciò che mi sbalordisce sempre e vedere gente che mi riconosce per strada, in palestra, in un ristorante o nel metro, e che si mette a tremare prima di rivolgermi la parola. Ma che vi prende, vorrei dire, ritornate in voi, sono André, niente di straordinario.
La traduzione cinematografica di Luca Guadagnino ha cambiato il suo approccio con la materia narrativa?
No. Io scrivo senza pensare al cinema. Non so come fanno altri scrittori
Quali sono i suoi prossimi progetti?
La pubblicazione di Cercami, che riprende i personaggi di Chiamami col tuo nome. E’ una narrazione dove entrano in gioco la magia e la metempsicosi.
E’ stato ed è un grande viaggiatore. Che cosa ama del viaggio? E’ già stato in Toscana?
Amo molto viaggiare, da sempre. Anche oggi. Amo così tanto viaggiare che sono stato perfino corrispondente per “Condé Nast Traveler”. Eppure il viaggio, benché faccia parte della mia vita e di ciò che sono, mi ha sempre arrecato un certo turbamento interiore, forse perché i miei primi viaggi sono stati da profugo quando dall’Egitto sono andato in Italia (1965), da emigrante quando dall’Italia mi sono trasferito negli USA (1968), ma anche perché durante i miei tre anni in Italia, viaggiavo spesso da Roma a Parigi, ed era a Parigi che sognavo di stabilirmi, anche da ragazzo: un sogno che a oggi non si è mai realizzato. Per un profugo o un emigrante Il viaggio è un’esperienza dolorosa, sgradevole, terrificante. Per me oggi viaggiare è sempre un modo di andare in cerca di un luogo dove approdare e rimanere, anche se sono 50 anni che abito a New York. Non provo curiosità quando viaggio, perché non m’interessano i monumenti, le città, le visite ai musei; vado sempre in cerca di una residenza, di un quartiere, cioè di un posto dove stabilirmi una volta per tutte. Sono stato anche in Toscana, tante volte, e sperimentato anche la vita in agriturismo che adoravo.
A un giovane che volesse dedicarsi alla scrittura creativa che cosa consiglierebbe?
Innanzitutto di non leggere scrittori contemporanei, ma di leggere quelli di almeno 50 anni fa, i grandi classici, e soprattutto Erodoto e Tucidide, indimenticabili.
Certaldo, lì 06 Agosto 2019