Associazione Letteraria Giovanni Boccaccio
Boccaccio 2021: Piersanti, Sardoni e Mannocchi i vincitori della quarantesima edizione
Certaldo, lì 09 Luglio 2021
Associazione Letteraria Giovanni Boccaccio
Boccaccio Giovani: Alice Nobili, Rachele Nigi e Bene Buda conquistano l’ottava edizione
Certaldo, lì 28 Maggio 2021
Associazione Letteraria Giovanni Boccaccio
Boccaccio Giovani, venerdì 28 maggio i nomi degli studenti vincitori
La cerimonia di premiazione si terrà in Palazzo Vecchio a Firenze in diretta streaming
Cultura e Scuola. Si terrà il prossimo venerdì 28 maggio, alle ore 10, nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio a Firenze, la cerimonia di premiazione dei vincitori dell’ottava edizione 2021 del concorso letterario “Boccaccio Giovani”.
L’evento si svolgerà in diretta streaming su www.premioletterarioboccaccio.it, nel rispetto delle misure anti Covid. La regia tv è a cura di Gabriele Gatti. A condurre la cerimonia sarà Simona Dei, presidente dell’Associazione Letteraria Giovanni Boccaccio, che ha promosso e organizzato il concorso, rivolto agli studenti delle scuole secondarie di II grado (al terzo e al quarto anno scolastico) e dedicato al tema dell’Amore appassionato, contrastato, impossibile da domare e limitare, che conquista il cuore e spenge la mente.
dell’Ufficiodell’Ente
I premi del concorso prevedono per le prime tre opere classificate, 300, 200 e 100 euro e iscrizione online gratuita a un corso di scrittura creativa presso il laboratorio “Lalineascritta” di Antonella Cilento.
Il concorso è stato promosso dall’Associazione Letteraria, in collaborazione con l’Ufficio scolastico regionale per la Toscana, con il patrocinio della Regione Toscana, dell’Unione dei Comuni del Circondario Empolese Valdelsa, dei Comuni di Certaldo e di Firenze, del Comitato nazionale per la celebrazione dei 700 anni di Dante, e con il contributo del Rotary Club Valdelsa-Distretto 2071 e della Banca di Cambiano 1884.
Certaldo, lì 26 Maggio 2021
Associazione Letteraria Giovanni Boccaccio
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“Leggere significa volersi bene, significa occuparsi di se stessi , volerne sapere di più, aprirsi un orizzonte più vasto, affinare il senso critico, immaginare che tutto può accadere e diventare diverso, significa alimentare il sentimento della fiducia e la speranza, senza la quale si vive una vita di penombra”.
E’ con queste parole di Sergio Zavoli che si è aperta la trentanovesima edizione del la Cerimonia di premiazione del “Boccaccio 2020”, consegnato a Ermanno Cavazzoni, Fernando Aramburu e Giovanna Botteri, ieri sera, al Teatro Cinema Boccaccio di Certaldo.
Una cerimonia dalla formula organizzativa del tutto inedita per le misure anti Covid e per essere stata doverosamente dedicata a Sergio Zavoli, presidente della Giuria del Premio per oltre vent’anni , recentemente scomparso, il cui senso dell’etica e di profondo umanesimo è una lezione difficile da dimenticare. Proprio per questo, sempre ieri sera, è stato conferito, in suo onore, il premio speciale “Etica della Cultura” a Gian Arturo Ferrari (docente universitario, editor Mondadori, oggi scrittore e giornalista), su indicazione degli stessi componenti della Giuria (Antonella Cilento, Paolo Ermini, Stefano Folli, Agnese Pini e Luigi Testaferrata).
“In un momento così difficile, come quello che stiamo vivendo a causa del Covid, la cultura può offrire una boccata d’ossigeno per ritrovare di nuovo la fiducia in noi stessi, per ripartire e andare avanti con speranza - commenta Simona Dei, presidente dell’Associazione Letteraria Giovanni Boccaccio, promotrice del Premio da quasi 40 anni . La cultura contribuisce, in modo determinante, a mantenere vivo il senso etico e civile, condizione fondamentale per tenere unita una comunità, stare più che mai vicino alle persone e continuare a credere in un futuro possibile. Ecco perché, nonostante il Covid e le numerose difficoltà organizzative del momento, non abbiamo mollato. Così avrebbe voluto Sergio Zavoli e così abbiamo fatto”.
L’evento (regia audio video a cura di Gabriele Gatti) è stato arricchito dagli intermezzi musicali di Paolo Zampini, direttore del Conservatorio di Firenze (flauto traverso dell’Orchestra del maestro Ennio Morricone) e di Francesco Zampini (chitarrista, compositore e jazzista). L’attrice Lucia Poli ha interpretato la settima novella della sesta giornata, quella di Monna Filippa, e alcuni brani, tratti dalle opere dei premiati.
L’ evento, è stato reso possibile grazie al sostegno del Comune di Certaldo, del Consiglio regionale della Toscana, del Rotary Club Valdelsa insieme al Distretto 2071, degli Amici del Boccaccio e di numerosi sponsor, imprenditori e istituti bancari (Banca Cambiano 1884 S.p.a., Banca Intesa S.p.a., Mediolanum), cui va il ringraziamento dell’Associazione letteraria Giovanni Boccaccio.
Certaldo, lì 12 Settembre 2020
Associazione Letteraria Giovanni Boccaccio
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Botteri: “Boccaccio? Ha anticipato il nostro presente e raccontato il tentativo disperato di negare quello che stava accadendo con la peste”
La vincitrice dell’edizione 2020 per il giornalismo a Certaldo domani 11 settembre
“La peste di Firenze del 1348 raccontata da Boccaccio e il Covid 19 della cinese Wuhan del 2020. In qualche modo Boccaccio ha preannunciato il nostro presente, ha raccontato quel tentativo disperato di negare quello che stava accadendo, quella sorta di camminata verso la morte, la spensieratezza prima di cadere nel baratro, le barriere tra ricchi e poveri, l’ingiustizia sociale, la condanna a morte di chi si trova ai livelli più bassi della società, raccontando anche la brutalità, la durezza, la disumanità, a tal punto da chiedersi se oggi sia effettivamente passata o ci sia ancora”.
A dirlo ai microfoni di Radio Toscana, questa mattina 10 settembre, è Giovanna Botteri, in attesa di ricevere domani 11 settembre, al Teatro Cinema Boccaccio di Certaldo, il prestigioso riconoscimento “Boccaccio 2020”, per la sua lunga e appassionata carriera giornalistica.
Botteri è, infatti, una dei tre premiati della trentanovesima edizione del Premio letterario Giovanni Boccaccio, promosso e organizzato da quasi quarant’anni dall’omonima associazione, presieduta da Simona Dei. Insieme a lei, unica vincitrice per la sezione giornalismo, vi sono Ermanno Cavazzoni (narrativa italiana) e Fernando Aramburu (narrativa internazionale).
Triestina con un dottorato in Storia del cinema alla Sorbonne di Parigi, ha intrapreso giovanissima la carriera giornalistica fino a diventare inviata speciale, seguendo numerosi e importanti avvenimenti internazionali: nel 1991 il crollo dell’Unione Sovietica e l’inizio della guerra d’indipendenza in Croazia, dal 1992 al 1996 la guerra in Bosnia e l’assedio a Sarajevo dove, assieme a Miran Hrovatin, ha filmato l’incendio della Biblioteca Nazionale, la strage del pane, il massacro di Markale e il massacro di Srebrenica. E’ stata in Algeria, Sudafrica, Iran, Albania, Kosovo, Afghanistan, Iraq prima e durante la seconda Guerra del Golfo. Ha seguito le ispezioni ONU alle prigioni e, assieme a Guido Cravero, ha filmato in esclusiva mondiale sia l’inizio dei bombardamenti su Baghdad il 20 marzo 2003, sia l’arrivo dei carri armati statunitensi il 9 aprile. Dopo la conduzione dell’edizione delle 19 del TG3, è stata corrispondente dagli Stati Uniti. Dal primo agosto 2019 è corrispondente Rai in Cina, occupandosi più recentemente della pandemia del Coronavirus.
A Radio Toscana ha parlato di sé, della sua carriera e dei progetti futuri, in un’intervista che riportiamo di seguito, frutto di una collaborazione con l’emittente radiofonica, da quest’anno più che mai vicina al Premio.
Le donne nel giornalismo: discriminazioni, pari opportunità o vantaggi? La mia prima esperienza come corrispondente di guerra ha avuto inizio nella ex Jugoslavia. Il mio direttore di allora, Sandro Curzi, mi mandò proprio lì, perché ero una ragazza di confine, di Trieste. Una parte della mia famiglia veniva dalla Serbia, dal Montenegro. Di allora ricordo quei lunghi giorni di assedio, nel cuore di Sarajevo. Le donne erano davvero pochissime, c’era una tradizione di grandi corrispondenti di guerra, da Augusto Corradi a Luigi Barzini, da Bernardo Valli a Ettore Mo. Fino a quel momento c’erano state pochissime giornaliste. C’era stata qualche donna che aveva provato e che era rimasta nella leggenda come Oriana Fallaci. Si contavano sulla punta delle dita, soprattutto quelle con i bambini. E questo accadeva in tutto il mondo.
Come conciliare la carriera con la vita privata? Ho sempre pensato che nel nostro lavoro, che è molto semplice, ossia quello di storyteller, di raccontatori di storie, di tragedie, di vite, di speranze, di sogni e di dolore, fosse impensabile e impossibile distinguere quello che era, non dico la tua carriera, ma il mestiere della tua vita dalle tue sensibilità. Il racconto è quello che scaturisce dall’incontro che fai con un mondo diverso, con persone differenti, da quel terreno comune con l’altro che scopri anche inaspettatamente. In questo senso credo che sia importante tutto quello che del mio lavoro ho portato nella mia vita familiare e quello che della mia vita familiare sono riuscita a portare nel mio lavoro.
Quali progetti ancora da realizzare ha nel cassetto? Sono tantissime le cose che vorrei ancora realizzare e che ho ancora voglia di fare come, per esempio, girare il mondo. Dopo tanta America, dopo l’Asia e il Medio Oriente mi piacerebbe riavvicinarmi a casa. Mi piacerebbe raccontare un po’ l’Europa e cercare di costruire un ponte con le nuove generazioni, perché il nostro lavoro, le nostre esperienze e anche le nostre sconfitte, le nostre umiliazioni, le nostre vittorie, non vadano sprecate, ma possano essere una sorta di testimone da passare.
Certaldo, lì 10 Settembre 2020