Associazione Letteraria Giovanni Boccaccio
Premio Boccaccio, Lucia Lavia ospite d’eccezione nella serata di sabato 16 settembre
L’attrice, figlia di Gabrele Lavia e Monica Guerritore, leggerà alcuni brani tratti dalle opere vincitrici
Parte oggi, venerdì 15 settembre, la tre giorni della 42^ edizione del Premio Boccaccio, organizzato a Certaldo dall’Associazione Letteraria Giovanni Boccaccio con il contributo del Comune di Certaldo, della Regione Toscana, del Rotary Club Valdelsa insieme al Distretto 2071, degli Amici del Boccaccio e di numerosi sponsor, imprenditori e associazioni (Confindustria) e istituti bancari (Banca Cambiano 1884 S.p.a., Chianti Banca, Banca Intesa S.p.a., Mediolanum). I vincitori che si sono aggiudicati i riconoscimenti sono lo scrittore bulgaro Georgi Gospodinov, la giornalista Stefania Battistini e il drammaturgo Marco Paolini, che saranno premiati in due serate d'eccezione.
Sabato 16 settembre sul palco del Teatro Boccaccio ci sarà anche l'attrice Lucia Lavia, che interpreterà alcuni brani tratti dalle opere vincitrici e una novella del Decameron, in omaggio a uno dei padri della lingua italiana, nonché illustre cittadino di Certaldo. La Lavia, figlia d'arte degli attori Gabriele Lavia e Monica Guerritore, ha debuttato a soli 13 anni e poi a 16 ha fatto la prima apparizione televisiva nella serie per Rai 1 "Rossella", diretta da Gianni Lepre. Nel 2019 vince la prestigiosa “Menzione d’Onore” del premio Eleonora Duse per il suo percorso artistico e per essersi distinta nel panorama teatrale italiano. Poco più tardi si aggiudica il “Premio della Stampa” come migliore attrice delle rappresentazioni classiche per la sua interpretazione di Dioniso nelle “Baccanti” di Euripide, diretta da Carlus Padrissa.
Alla cerimonia prenderà parte anche la giuria del Premio, presieduta da Walter Veltroni e rappresentata dalla direttrice de La Nazione Agnese Pini e da Antonella Cilento, Roberto De Ponti, Paolo Ermini, Marta Morazzoni, oltre che dalla presidente dell’Associazione letteraria Giovanni Boccaccio, Simona Dei.
La colonna sonora della serata è affidata alla musica di Gioia Anichini (flauto traverso) e Cosimo Gragnoli (vibrafono).
L'evento sarà in diretta streaming sul sito www.premioletterarioboccaccio.it
Certaldo, lì 15 Settembre 2023
Associazione Letteraria Giovanni Boccaccio
CONOSCIAMO I VINCITORI: INTERVISTA ALLA GIORNALISTA STEFANIA BATTISTINI
Raccontare il conflitto e il quotidiano: quali differenze o analogie riscontra tra ieri e oggi?
Dal 24 febbraio 2022 stiamo assistendo in diretta alla prima invasione su larga scala dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. Certamente è un tipo di guerra che pensavamo di aver dimenticato e ci siamo trovati in questi 19 mesi a coprire l'aggressione russa nei confronti dell'Ucraina, assistendo a violazioni continue e sistematiche del diritto umanitario. Le scene di tortura che abbiamo visto sui soldati ucraini non ci aspettavamo più di vederle.
Qual è la sfida più grande o più temuta per chi va al fronte per raccontare la guerra e la sofferenza di interi popoli?
La sfida più grande è rimanere lucidi, perché chiaramente si devono guardare in faccia realtà molto dolorose, inumane direi. Allo stesso tempo è importante riuscire a raccogliere le prove e le testimonianze, confrontarle e raccontare soltanto quelle verità che si è riusciti a documentare. Parlo di verità sapendo che filosoficamente è un concetto impossibile da raggiungere, ma il dovere del giornalista è quello di avvicinarsi quanto più possibile ai fatti e alle prove, trovando una coerenza interna rispetto agli elementi raccolti senza innamorarsi di un'idea, continuando a verificare anche le cose di cui si è più convinti.
Cosa l'ha segnata di più?
Quello che maggiormente ferisce di questa aggressione sicuramente è il tornare. Noi siamo tornati 12 volte in 19 mesi, sperando sempre di incontrare le persone con cui abbiamo condiviso un pezzo di strada e di trovarle vive. Le troviamo ogni volta sempre più stanche, sempre più affaticate, gli anziani sempre più malati, con una difficoltà enorme a far arrivare le medicine e ad organizzare gli ospedali. Quello che colpisce di più è la resistenza e la forza del popolo ucraino, da una parte, e il senso di impotenza rispetto a una situazione che non vede vie d'uscita in questo momento.
Qual è per una inviata di guerra il vero nemico da combattere?
Credo che siano due i nemici. Uno è saper gestire la paura, che è un'emozione importantissima perché ci mette in allarme e ci fa capire quando c'è una situazione di pericolo, aiutandoci a fare delle scelte. L'altro nemico è la propaganda, perché mai come oggi con i social siamo soggetti a una tempesta di informazioni e, quando sei sul terreno, è fondamentale verificarle.
Pensa che il suo lavoro sia cambiato con la diffusione dei social network?
I social sono un'opportunità e uno strumento perché ti consentono di avere una visione più ampia di quello che sta accadendo nei luoghi, grazie anche alle geolocalizzazioni. Poi però va tutto verificato. Secondo me il giornalismo è rimasto un mestiere antico e, come diceva Enzo Biagi, l'unico modo per farlo è andare, vedere coi propri occhi e poi raccontare. L'abbiamo fatto, per esempio, con Bucha. Noi siamo potuti entrare due giorni dopo la ritirata dei russi e quella mattina giravano sui social network delle immagini di un villaggio vicino: Motyzhyn. C'erano delle foto terribili di una fossa comune con all'interno una donna e due uomini. Noi abbiamo cercato di capire quale fosse esattamente il luogo, siamo andati a verificare personalmente, abbiamo capito che si trattava della sindaca che era stata rapita dai russi nei primi giorni dell'invasione ed è stata ritrovata cadavere, con il viso pieno di lividi.
Negli ultimi teatri di guerra, il rischio per i giornalisti purtroppo è aumentato. Secondo lei, questo fattore può portare ad una limitazione della capacità di testimonianza dei giornalisti, della loro capacità di movimento?
Il rischio c'è ovviamente. Sono tantissimi i giornalisti morti durante l'aggressione russa nei confronti dell'Ucraina, molti dei quali sono proprio ucraini. Si dice che i russi abbiano preso deliberatamente i giornalisti come target, ma non è dimostrabile in questo momento. Quello che è certo però è che, per esempio, Arman Soldin sia stato ucciso mentre stava coprendo Bakhmut e aveva la scritta chiara "press" sul giubbotto antiproiettile e sul casco. Stessa cosa per Frédéric Leclerc-Imhoff, che è stato ucciso mentre si trovava su un autobus umanitario con un'evidente croce sopra. Quello che si respira qui è una fortissima determinazione da parte dei giornalisti che scelgono di coprire il fronte e un grande senso di responsabilità collettiva. I civili non smettono mai di ringraziarci per essere gli occhi che portano la loro verità nei nostri Paesi.
Cosa non può mancare nella valigia di un'inviata che parte per la guerra?
Ci sono strumenti essenziali per coprire il fronte. Ovviamente il giubbotto antiproiettile, l'elmetto e il kit medico di primo soccorso. Oltre a questo, dobbiamo portare con noi i cosiddetti tourniquet, lacci emostatici che si attaccano al giubbotto antiproiettile in caso si venga colpiti da schegge di missili o di razzi. Non puoi oltrepassare la linea del fronte e i checkpoint senza questi strumenti. Poi servono gli oggetti più specifici del lavoro, come tante power bank e il telefono satellitare.
Certaldo, lì 14 Settembre 2023
Associazione Letteraria Giovanni Boccaccio
CONOSCIAMO I VINCITORI: INTERVISTA ALL'ATTORE, AUTORE E REGISTA MARCO PAOLINI
Sessanta anni fa la tragedia che portò alla morte di 1917 persone tra Erto, Casso e la valle del Piave, in particolare a Longarone. Trenta anni dopo proprio lo spettacolo che rese conosciuta a milioni di italiani quella frana. Oggi come si può continuare a tramandare la memoria di quei fatti?Rievocare il Vajont oggi è anche un monito sul cambiamento climatico a cui stiamo assistendo?
Rievocare non basta, trent’anni fa forse serviva ancora, oggi non possiamo affidarci alla “massima hystoria magistra vitae“. Raccontare oggi una storia come quella del Vajont rappresenta una sfida, va attualizzata o si può lasciare com’era confidando nel valore universale della tragedia?
Ho ripreso il racconto dieci mesi fa e facendolo ho trovato una risposta. Trent’anni fa quella storia serviva a riparare ad un torto collettivo che rimuoveva le colpe e associava il Vajont a catastrofe naturale, un torto radicato nella memoria collettiva. Oggi le cose sono cambiate e, a parte pochi irriducibili negazionisti, l’idea comune del Vajont è quella di un disastro provocato, un disastro industriale.
Per me oggi raccontarlo ancora significa mettere l’accento sugli errori più che sulle colpe, sui segnali inascoltati, sulla sottovalutazione dei rischi. Chi ascolta il racconto oggi non pensa alle vittime di sessant’anni fa, ma ai rischi connessi al cambiamento climatico e alla fragilità del nostro territorio. Questa storia parla di noi, di oggi, non serve attualizzarla né enfatizzarla. Se fosse possibile dovrebbe essere fatta come il prologo obbligatorio di ogni assemblea decisionale sul nostro futuro e poi, dopo il racconto del Vajont per un po’ sarebbe più difficile per chiunque aprire bocca senza collegare tra loro cuore e cervello… ma solo per un po’, poi l’effetto si dissolve.
Ai tempi dei social che raccontano e divorano tutto in tempo reale, il teatro e la letteratura che funzione ricoprono o dovrebbero ricoprire?
Il 9 ottobre prossimo in più di 100 teatri (molti di più in realtà) in contemporanea centinaia di artisti e cittadini comuni parteciperanno ad una lettura corale dal titolo VajontS 23. La base comune di partenza sarà il testo del ‘97 del racconto del Vajont, ma diviso organizzato come partitura a più voci. Quasi tutte le regioni d’Italia saranno rappresentate.
Per realizzare il progetto abbiamo costruito una rete di scopo che mette insieme categorie e artisti di ogni livello del mondo dello spettacolo. La risposta ha superato ogni attesa.
Quale sarà la funzione del teatro nella grande partita della transizione ecologica?
Quale ruolo potrà avere nel costruire cittadinanza e accesso?
Non lo so, ma senza prove non si fa teatro, senza ricerca non si trova, senza rete nessuno può fare molto.
Il 9 ottobre di quest’anno VajontS 23 per noi non sarà un evento, un punto di arrivo, ma un inizio di qualcosa che finora non si era nemmeno immaginato.
A Certaldo riceverà il premio Boccaccio per l’Etica della comunicazione. Per lei quando la comunicazione perde la sua etica?
Etica è una parola che non esiste in dialetto, diceva Meneghello, una parola difficile da spiegare che solo i professori o le categorie professionali usano, una parola più facile da scrivere e leggere, che dire senza sentire odore di retorica.
L’etica non è un parafulmine, non genera lo stesso entusiasmo di altre sue sorelle, etica fa quasi rima con predica, la comunicazione che predica non rende giustizia all’etica.
L’unica etica che conta non è quella ideale ma quella efficace.
Apriamo pure il dibattito…
Certaldo, lì 12 Settembre 2023
Associazione Letteraria Giovanni Boccaccio
CONOSCIAMO I VINCITORI: INTERVISTA ALLO SCRITTORE GEORGI GOSPODINOV
l tempo è il tema ricorrente dei suoi romanzi e racconti. Dal suo punto di vista che tempo stiamo vivendo?
Ormai non viviamo in un solo tempo, ma in molti tempi contemporaneamente. Abbiamo un serio deficit di futuro, quindi spesso giriamo in tondo e cerchiamo rifugio nel passato. Questo tema è anche al centro del romanzo Cronorifugio.
La guerra è tornata all’ordine del giorno in Europa. I popoli fuggono dalle loro Terre: il presente sembra il passato. Che futuro dobbiamo aspettarci?
Sì, ogni guerra è un brusco ritorno al passato. Putin ha iniziato questa guerra per rivendicare il passato, per rivendicare l’impero sovietico, ma in effetti ci ha riportato alla Seconda Guerra Mondiale. La guerra attuale non è solo per i territori, è una guerra per il passato. Ecco perché il presente sembra il passato. Il progetto del futuro è in profonda crisi. Noi, insieme alle giovani generazioni, in dialogo con i nostri figli, dobbiamo contrastare al più presto la diffusa disintegrazione sociale e climatica, cominciare a rivendicare la possibilità di un futuro, personale e planetario, centimetro per centimetro.
Con i nuovi e velocissimi modi e strumenti di comunicare è cambiato anche il suo modo di scrivere?
La scrittura e la letteratura sono i primi, più antichi media. La narrazione è all’inizio della comunicazione. Non dobbiamo dimenticarlo. La letteratura è un media lento, ma il significato che produce dura molto più a lungo. Credo che la letteratura continuerà a esistere e a essere molto importante, soprattutto in un'epoca di comunicazioni rapide e nuove.
Cos’è che influenza di più la sua scrittura e da cosa trae ispirazione?
L'uomo è l'ispirazione naturale e il tema della scrittura. L'uomo con tutte le sue angosce e le storie non raccontate. Per me personalmente, l'infanzia e l'innata empatia che un bambino possiede sono un‘ispirazione importante. Ma mi hanno sempre interessato anche le api, le mosche, quei fragili sostegni del mondo naturale senza i quali esso crolla.
Progetti futuri?
Raccontare, finché posso, le storie inquietanti attorno a noi, per confortare e dare speranza e senso. Continuo a credere che si debbano narrare storie in tutti i generi e in tutte le lingue.
Certaldo, lì 11 Settembre 2023
Associazione Letteraria Giovanni Boccaccio
Premio Boccaccio, ultimi giorni per iscriversi allo stage di scrittura creativa con Antonella Cilento
Appuntamento sabato 9 e domenica 10 settembre a Casa Boccaccio, nel cuore di Certaldo
Mancano pochi giorni per iscriversi allo stage di scrittura creativa condotto da Antonella Cilento dal titolo “Tempo! Scrivere storie ovvero governare gli eventi”, che si terrà sabato 9 e domenica 10 settembre a Casa Boccaccio, nel borgo storico di Certaldo (FI).
Questo workshop di scrittura creativa è un evento speciale promosso e organizzato da Lalineascritta, una delle scuole di scrittura più antiche e autorevoli in Italia con oltre 30 anni di esperienza, in collaborazione con l’Associazione Letteraria “Giovanni Boccaccio”.
Lo stage sarà suddiviso in tre momenti: sabato mattina, sabato pomeriggio (dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18) e domenica mattina (dalle 10 alle 13). Tema centrale, attorno al quale si svilupperanno le varie attività, sarà il tempo, che è quello di cui necessitiamo per scrivere e immaginare, come diceva Shakespeare, ma anche la linea narrativa che governa i fatti del nostro racconto.
Questo workshop è un'esperienza pratica che richiede solo carta e penna e offre l'opportunità di chiudere gli occhi e scoprire mondi nascosti attraverso la scrittura.
Partecipare a questa occasione non solo vi permetterà di immergervi nel paese natale di Giovanni Boccaccio, ma anche di godere di una giornata di svago e formazione creativa nella splendida regione toscana.
Antonella Cilento, la talentuosa conduttrice del workshop, è una rinomata autrice di romanzi e racconti pluripremiati. Dal 1993, insegna scrittura creativa e dirige con passione Lalineascritta Laboratori di Scrittura. Oltre a ciò, dal 2018, coordina e insegna nel primo master di scrittura ed editoria del Sud Italia, SEMA, frutto di una collaborazione tra l'Università Suor Orsola Benincasa e Lalineascritta Laboratori di Scrittura. Nel 2021 ha pubblicato il libro "La caffettiera di carta", un intenso racconto del suo lavoro nel campo della lettura e scrittura creativa.
Antonella dirige anche da quattordici anni la rassegna di letteratura internazionale "Strane Coppie" ed è stata riconosciuta fin dagli esordi della sua carriera, con segnalazioni da parte del Premio Calvino e la vittoria del Premio Tondelli per la sua tesi di laurea.
Tra i suoi romanzi più noti ci sono "Lisario o il piacere infinito delle donne" (finalista al Premio Strega 2014 e vincitore del Premio Boccaccio 2014), "Il cielo capovolto", "Una lunga notte", "Non è il Paradiso", "Neronapoletano", "L'amore, quello vero", "Napoli sul mare luccica", "Nessun sogno finisce", "Isole senza mare", "Asino chi legge", "La paura della lince", "Bestiario napoletano", "La madonna dei mandarini", "Morfisa o l'acqua che dorme" e "Solo di uomini il bosco può morire". Nel 2019 ha debuttato nel genere Young Adult con "Non leggerai", che è attualmente in fase di traduzione in Corea. Inoltre, Antonella Cilento collabora attivamente con "La Repubblica – Napoli".
Per partecipare allo stage basta inviare un'email a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. e completare il processo di registrazione effettuando un bonifico di 120 euro all'IBAN IT49L0503403409000000022715, con il beneficiario indicato come Associazione Culturale Aldebaran Park. Nell'oggetto del bonifico è importante specificare "Iscrizione Tempo!".
Certaldo, lì 06 Settembre 2023